San Galgano

La storia racconta che Galgano Guidotti (1148-1181), figlio unico dei nobili locali Guido e Dionigia, nacque a Chiusdino, un paese di origine longobarda di circa 1.000 abitanti situato tra Siena e Grosseto, appoggiato su un colle delle Colline Metallifere. Erano molto religiosi e educarono Galgano secondo le credenze cattoliche. Tuttavia, il giovane cavaliere visse una vita disordinata fino all’età di 32 anni, quando ebbe due visioni di San Michele Arcangelo, che voleva farne un cavaliere di Dio.

Poco dopo, Galgano fu condotto dall’Arcangelo Michele a MONTESIEPI, dove conficcò la sua spada nella roccia, che divenne una croce e un simbolo della sua rinuncia alla vita mondana, e qui iniziò la sua vita da eremita.

San Galgano vista aerea

L’eremo di Montesiepi

Dove San Galgano conficcò la sua spada nella roccia, fu costruita la Rotonda o eremo di MONTESIEPI, consacrato nel 1185 da Papa Lucio III.

Per visitare l’Abbazia di San Galgano, vi consiglio di arrivare in auto: potete lasciare la macchina nel grande parcheggio vicino all’eremo. Un sentiero in salita vi condurrà all’eremo di Montesiepi in meno di 5 minuti.

Nei secoli XIV e XVII l’edificio romanico fu ampliato e modificato; ha una pianta circolare interrotta dall’abisso. La volta emisferica ha anelli concentrici bicromatici di terracotta e travertino e ricorda le tombe dei tumuli etruschi. Protetta da un vetro massiccio, al centro della cappella, si trova LA SPADA NELLA ROCCIA, che da oltre 800 anni è avvolta da storie e leggende. Sull’eremo di Montesiepi si raccontano molte storie, una delle quali narra che qui fu sepolto il Santo Graal, il calice usato da Gesù durante l’Ultima Cena. Si parla anche del mito di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda?

A sinistra dell’ingresso si trova la cappella con volta a crociera, dipinta tra il 1334 e il 1336 da Ambrogio Lorenzetti. Sebbene gli affreschi siano piuttosto deteriorati, sulla parete di fondo si possono riconoscere la Vergine in trono con il Bambino nella parte superiore e l’Annunciazione della Morte a Maria nella parte inferiore. Sulla parete superiore sinistra è raffigurato Galgano, circondato da angeli e santi, che offre la roccia con la spada.

L’Abbazia di San Galgano

Il vescovo Ildebrando Pannocchieschi, dopo la consacrazione della Rotonda di Montesiepi, promosse la costruzione di un’abbazia edificata secondo i canoni cistercensi: era situata lungo una strada importante (la Via Maremmana), vicino a un fiume (il Merse) per sfruttarne la forza idrica e in una zona boscosa e fertile per le coltivazioni.

Grazie a ingenti somme di denaro provenienti da donazioni e lasciti, i lavori procedettero rapidamente, senza contare le concessioni ecclesiastiche che permisero di entrare in possesso dei beni delle vicine abbazie benedettine. San Galgano, a metà del XIII secolo, era una potente abbazia cistercense, fortemente legata alla Repubblica di Siena, sia dal punto di vista infrastrutturale che economico (alcuni monaci di San Galgano furono nominati responsabili dell’erario di Siena). Carestia (1328), peste (1348) e saccheggi portarono la comunità alla rovina. La crisi continuò nel XV secolo e nel 1474 il monastero fu abbandonato. Un altro evento che accelerò il declino di San Galgano fu la vendita dei rivestimenti in piombo nel XVI secolo da parte degli abati responsabili dell’abbazia.

Alla fine del XVIII secolo, le volte crollarono definitivamente e un fulmine colpì il campanile, mentre nel 1789 la chiesa fu sconsacrata e gli annessi del monastero furono utilizzati come fattoria.

Solo all’inizio del XX secolo è stato effettuato un restauro conservativo di ciò che restava della grandiosa Abbazia di San Galgano.

San Galgano Eremo il santo

Cosa vedere a San Galgano

Senza dubbio ciò che rende San Galgano un luogo affascinante e che in un certo senso crea la sua aura di mistero è il suo aspetto decadente. Si rimane affascinati a prima vista.

Una parte del chiostro è stata ricostruita negli anni Venti del Novecento con materiali originali.

La facciata, in parte rivestita di travertino, presenta tre portali ad arco a tutto sesto. L’ex scriptorium, oggi adibito a biglietteria, è diviso in due navate da cinque pilastri cruciformi che sorreggono volte a crociera decorate con motivi girali. È qui che i monaci copiavano i manoscritti per tramandare il sapere antico.

Il prezzo del biglietto comprende l’ingresso a San Galgano ed è valido anche per il Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra di San Galgano, a Chiusdino. A seguire si trova la Sala Capitolare, uno degli ambienti più importanti dell’Abbazia. È divisa in sei sezioni e ha una copertura a volta a crociera.

Al piano superiore, attualmente in restauro, si trovano le celle dei monaci. Non rimane nulla delle cucine, del refettorio e di altri ambienti essenziali per la vita monastica.

La chiesa di San Galgano ha una pianta a croce latina, è lunga 69 metri e larga 21 ed è divisa in tre navate con sedici campate. Il pavimento originale è andato perduto nel tempo: al suo posto c’è la terra battuta. Il tetto, anch’esso perduto, è stato sostituito dall’azzurro del cielo.

L’abside rettangolare è rivolta a est; ha due ordini di trifore semplici con archi a sesto acuto.

Purtroppo possiamo solo immaginare la bellezza delle vetrate e dei rosoni. I capitelli dei pilastri sono finemente scolpiti, così come i doppi architravi degli archi a sesto acuto della navata.

L’abbazia di San Galgano è un luogo suggestivo che incanta per la sua ruvida bellezza.

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